I mugnoli di Pettorano sul Gizio, appartenenti alla famiglia delle Crucifere, da sempre vengono coltivati esclusivamente nei terreni sottostanti il centro storico, lungo l’antico tratturo Magno, a circa 600m sul livello del mare. La semina avveniva durante il periodo di luna calante, nei mesi di luglio – agosto; la raccolta iniziava nei mesi di novembre – dicembre protraendosi fino anche al mese di marzo. Dalle piante rimanenti nel terreno si ricavavano i semi, queste, quando diventavano di color paglia ed i semi erano maturi, venivano divelte e conservate appese in luoghi asciutti.

Appartiene alla famiglia delle Brassica napus L., nello specifico una varietà di navone o colza (Brassica napus L.), specie che ha avuto origine per ibridizzazione, verosimilmente in coltura, tra il cavolo (Brassica oleracea L.) e la rapa (Brassica rapa L.); presumibilmente la loro coltivazione risale ai primi anni del Novecento e non si può escludere che possano essere stati introdotti dai pastori transumanti che tornavano dalla Puglia, dove svernavano, ed impiantavano presso gli stazzi montani i loro orti estivi. Il mugnolo è un vegetale resistente alle gelate, le quali lo rendono più tenero e gustoso, e non richiede l’uso di concimi chimici per la sua coltivazione rispettando in questo modo i cicli naturali.

Con il passare degli anni, il mugnolo si è perfettamente adattato al clima di Pettorano sul Gizio e, attraverso una selezione “naturale”, è diventato la verdura che oggi conosciamo: unica nel suo genere.

Il ciclo vitale del Mugnolo

Caratteristiche botaniche

Si tratta di un vegetale appartenente alla famiglia delle Crucifere, nello specifico una varietà di navone o colza (Brassica napus L.), specie che ha avuto origine per ibridizzazione, verosimilmente in coltura, tra il cavolo (Brassica oleracea L.) e la rapa (Brassica rapa L.) (Zohary, Hopf, 2000).
Infatti, i mugnoli di Pettorano presentano caratteristiche intermedie tra le due specie parentali anche se viene evidenziata una preponderanza dei caratteri morfologici del cavolo: glaucescenza delle foglie che mostrano anche una certa crassulenza, assenza di peli sulle foglie e sulle relative nervature, assenza di una radice e colletto ingrossati. Probabilmente, anche la resistenza ed adattamento a temperature basse è un carattere da ricollegare al cavolo anziché alla rapa.
Pianta annuale con portamento vigoroso. Le foglie sono perlopiù glauche e carnose, quelle cauline completamente amplessicauli, intere e lanceolate, mentre le basali si presentano ampie, lirate ed incise con evidenti nervature, prive di peli anche nelle prime fasi dello sviluppo. Le foglie basali sono robuste e possono superare anche la lunghezza di 40 cm. Il fusto risulta erbaceo e non ingrossato.

I petali sono di colore giallo, lunghi circa 5-7 mm; la fioritura (da febbraio ad aprile) inizia dal basso verso l’alto. I fiori aperti con il loro peduncolo superano i boccioli fiorali sovrastanti; i due stami esterni risultano più corti (di circa 1/3) e maggiormente incurvati dei 4 interni.
Il frutto è una siliqua lunga circa 5-7 cm con becco di circa 10-15 mm; i semi di forma globosa presentano un diametro di 1-2 mm. La radice a fittone, robusta ma non ingrossata, tantomeno globosa ed ovoidale come, invece, si riscontra nella rapa o nel navone della varietà napobrassica.
Tra le popolazioni in coltura di mugnoli, non di rado, si localizzano individui che presentano caratteristiche più marcate dell’una o dell’altra specie parentale (rapa o cavolo). Le popolazioni mostrano, in generale, una buona omogeneità morfologica, anche se non di rado si riscontrano individui derivati da
ibridizzazione recente con altre specie del genere Brassica coltivate in zona.

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Video speciale sui Mugnoli dell’emittente televisiva Rete8